Lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione ha ampliato la possibilità di entrare in contatto con più persone ed essere più visibili nella sfera personale, accentuando anche un comportamento negativo da parte di molti poiché si sentono protetti da uno schermo e quindi aumentare il rischio di diffamazione.
Prima di attivarsi in una qualsiasi azione legale, bisogna distinguere tre termini:
–Diffamazione: quando l’onore o la reputazione di un soggetto Y vengono lese di fronte ad un pubblico, almeno due persone, mentre lui non è presente.
Non importa se l’affermazione sia vera o falsa, finché si instaura il dubbio nella mente altrui esso verrà considerato come danno, poiché avrà delle conseguenze sulla vita sociale del soggetto.
Quando avviene tramite social media, rientra nella categoria “aggravante del mezzo di pubblicità”. Quest’ultimo viene considerato uno dei casi più gravi, con un click su Facebook possiamo entrare in contatto con milioni di persone e distruggere la reputazione di qualcuno con un semplice battito di ciglia. Nonostante ciò, è anche uno dei casi più difficili da vincere, nel momento in cui è attivo un account falso e non riusciamo ad ottenere abbastanza informazioni per trovare il colpevole.
–Calunnia: quando una persona X, seppur consapevole dell’innocenza di Y, decide di accusarla. Per esempio, X afferma che Y le ha rubato l’auto nonostante sappia che Y non ha commesso il reato.
–Ingiuria: quando X insulta Y mentre quest’ultimo è presente. Per esempio, in una discussione per strada, X afferma “Sei un cornuto!” ad Y.
Come si sporge denuncia?
Si può agire sia penalmente sia civilmente: la prima prevede una punizione, come il carcere, la seconda si consegue per ottenere il risarcimento.
Senza ombra di dubbio, la prima cosa da fare è la denuncia alle autorità, questo avvierà il procedimento penale. Poiché abbiamo a che fare con un tipo di reato per il quale non è possibile procedere d’ufficio, bisogna sporgere una querela di parte, ovvero un’esplicita richiesta da parte della vittima.
Il documento deve essere firmato o dalla persona colpita o dal suo avvocato, e deve essere presentata entro tre mesi dalla conoscenza dei fatti. Dopodiché inizierà il procedimento penale ed un’indagine per capire cosa è successo.
Come ottenere il risarcimento per diffamazione
Per ottenere un risarcimento bisogna dimostrare:
- Di avere subito un danno
- Che esso è causato da un reato commesso da altri
- Che il danno deriva esclusivamente dal reato e non da altri fattori
Per poterlo ottenere bisogna attuare una causa civile, quindi il primo passo è di affidarsi ad un bravo avvocato civilista che sia in grado di consigliarvi durante il percorso. In alcuni casi non ci sono prove sufficienti per portare avanti il caso, ed un professionista impedirebbe al cliente di iniziare un processo lungo e senza speranza.
Nei casi dove non c’è una perdita economica che può essere quantificata, ovvero quando si parla di danni morali cioè inerenti alla sofferenza interiore e psicologica, è complicato riuscire a stabilire una cifra dell’indennizzo. In generale il giudice ricorre all’equità cioè valuta la situazione in base al proprio giudizio.