La vita lavorativa cambia, e anche molto velocemente. Oggi come oggi esistono tanti modi diversi per poter svolgere un ruolo all’interno di una grande azienda, ad esempio il classico lavoro d’ufficio seduti per otto ore alla scrivania non è più l’unica realtà. Si pensi al caso dello smart working, una modalità di lavoro che ultimamente spopola anche in Italia e che sta rivoluzionando il modo di concepire il lavoro stesso.
Lavorare da casa, o ovunque si preferisca, grazie ad un pc e ad una connessione internet, oggi è una realtà e consente di essere operativi quando si vuole e ogni giorno dell’anno. Anche in Italia il concetto di lavoro smart, che non richiede più la presenza in ufficio e che consente una certa flessibilità e libertà, si sta facendo largo. Con esso, anche nuovi sistemi per rilevare le presenze dei dipendenti e tenere il conteggio delle ore lavorate. Evidentemente con il diffondersi di forme di lavoro flessibile, anche i marcatori della presenza dei lavoratori hanno bisogno di una certa flessibilità. Ecco perché vanno diffondendosi dei sistemi di gestione aziendale delle presenze sempre più flessibili. Cerchiamo di capire al meglio, quindi, cosa sia il c.d. smart working e quali siano i sistemi di rilevazione delle presenze più adatti per poter gestire questa nuova realtà lavorativa al meglio delle sue possibilità.
Smart working: che significa?
Il termine smart working si è ormai diffuso prepotentemente in alcune realtà aziendali italiane e ormai tutti sanno di che cosa si tratta. Non si tratta semplicemente di lavoro svolto da casa, ma di lavoro flessibile che può essere fatto ovunque. Il lavoro agile è un modo nuovo di concepire il tempo e l’attività professionale. Non si tratta solamente di spostare la postazione di lavoro dall’ufficio a casa ma di rivoluzionare il concetto stesso di casa, di tempo e misurazione dello stesso. Con lo smart working muta, in sostanza, sia il metodo che il luogo e gli orari del lavoro, che anche le modalità di controllo da parte del datore di lavoro sul dipendente. Lo smart working è una realtà che funziona, e lo dimostra il fatto che tantissime aziende in tutto il mondo si siano date da fare per implementarlo. Alcune ricerche hanno dimostrato che lo smart working aumenterebbe perfino la produttività e che si tratta di una forma di lavoro flessibile adatta per tutte le realtà. Aumenta anche la voglia di lavorare per i dipendenti e la sensazione di fiducia che essi hanno nei confronti dell’azienda e del datore di lavoro. Lo smart working consente di conciliare al meglio vita privata e lavorativa e ricrea un modo davvero unico di concepire il lavoro, facendo sentire l’impiegato più libero, più stimato, degno di fiducia e motivato al lavoro.
Rilevazione presenze e smart working
Concetti come quelli di smart working obbligano a fare i conti con alcune piccole rivoluzioni della realtà quotidiana lavorativa, ad esempio per quanto riguarda le modalità di rilevazione delle presenze dei dipendenti. Come si effettua la rilevazione presenze dei lavoratori che fanno smart working? Come tracciare l’attività lavorativa svolta durante la loro giornata? Prima dello smart working questo problema non esisteva, evidentemente, ma ora si pone un problema di effettiva documentazione dell’attività lavorativa svolta dal lavoratore a distanza.
Superare il problema del controllo delle presenze a distanza è possibile grazie ad alcune app di timbratura geo-localizzata (purché abbiano ricevuto il benestare del garante della privacy) in modo da poter sempre verificare che il dipendente si trova al lavoro. Oppure è possibile effettuare i controlli installando sul pc software appositi come questo https://valeprog.it/Software/RilevatoreVirtuale.aspx che lo fanno diventare un marcatempo ovvero un rilevatore di presenze virtuale in modo da tenere traccia dell’attività dei dipendenti in smart working.