Uso e abuso di farmaci: gli errori più comuni secondo gli esperti

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Il progresso delle scienze e, in particolare, del settore medico ha certamente cambiato in meglio le nostre vite, permettendoci di sconfiggere malattie un tempo incurabili, o comunque di attenuare il loro impatto sull’organismo, e prolungando di diversi anni l’età media della popolazione.

Tuttavia, l’accesso sempre più facile ed immediato ad una vasta gamma di prodotti farmaceutici ha creato anche degli effetti problematici. I quali – come sottolineato da vari esperti – derivano da un rapporto sbagliato con la farmacologia, che a sua volta si traduce in veri e propri casi di abuso.

I comportamenti sbagliati legati all’utilizzo di farmaci, comunque, non finiscono qui. Ed è proprio per questo che sia le case farmaceutiche, sia le aziende che si occupano di packaging, hanno scelto di sviluppare dei sistemi innovativi per il dosaggio e la somministrazione di gocce e sciroppi, come i nuovi dosatori Althena, che mirano a limitare eventuali errori.

Ma quali sono, appunto, gli errori più comuni? Ecco cosa pensano gli esperti riguardo a tale tema.

Sovradosaggio: l’allarme dei pediatri americani

 Secondo un allarme lanciato dai pediatri statunitensi, ogni anno migliaia di bambini finiscono per assumere una quantità eccessiva di farmaci, con tutti i rischi che ciò comporta per la loro salute.

Non ci riferiamo soltanto ai casi di assunzione involontaria, dovuti alla momentanea disattenzione da parte dei genitori, quanto alla tendenza, purtroppo largamente diffusa, di somministrare dosi più massicce di farmaco, rispetto a quelle consigliate dallo specialista o dal proprio medico di base.

Il rischio, in casi simili, è quello di ottenere l’effetto contrario: invece di ridurre l’infiammazione e tenere a bada i sintomi più fastidiosi, si espongono i bambini ai pericoli tipici di un sovradosaggio.

Ecco perché gli esperti consigliano di seguire quanto più alla lettera le istruzioni del medico o di un’altra figura specializzata. E soprattutto, per evitare di sbagliare con la posologia, di utilizzare strumenti affidabili per il dosaggio e la somministrazione, senza ricorrere né al fai-da-te, né ai  ‘metodi della nonna’ (come il classico cucchiaio da cucina per l’assunzione di farmaci liquidi).

In ultimo, terminato l’uso, è buona norma conservare sia i farmaci, sia i dosatori (dopo che siano stati puliti ed asciugati con cura) in un punto della casa non accessibile ai più piccoli. In questo modo, infatti, non vi è pericolo che boccette, blister, ecc. possano finire nelle mani sbagliate.

Una pillola per tutto: quali sono gli aspetti critici?

 Un altro atteggiamento sbagliato, e potenzialmente dannoso, nei riguardi della medicina odierna ha a che fare con il continuo ampliamento dell’offerta, che ci porta ad avere – letteralmente – una pillola per qualsiasi esigenza e/o problematica di salute, comprese quelle di minore entità.

Difatti, se assumiamo un farmaco al primo sentore di un raffreddore o per alleviare un comune mal di testa, avremo bisogno di medicine via via più potenti, e di dosi sempre più consistenti, per combattere disturbi gravi e invalidanti, a causa dell’inevitabile assuefazione ai principi attivi.

Non è un caso, dunque, che l’Italia sia uno dei paesi con la maggiore concentrazione di batteri resistenti agli antibiotici: un problema che, finora, è stato manutenuto sotto controllo, ma che apre scenari inquietanti in un futuro non troppo lontano. Dal canto nostro, però, possiamo impegnarci affinché ciò non si verifichi, seguendo attentamente i consigli del medico ed assumendo la dose prescritta per il tempo necessario, senza variare la posologia, né interrompere le cure in anticipo.

In conclusione, se si vuole trarre il maggiore beneficio dalla farmacologia moderna, è importante stabilire un rapporto equilibrato con essa, senza amplificare né sottovalutare gli eventuali rischi, ma soprattutto assumendo un comportamento responsabile, con un occhio di riguardo ai bambini.